10th Mar

Un nuovo concerto arricchisce il programma di Ravenna Festival 2017

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Un nuovo concerto arricchisce il programma di Ravenna Festival 2017
JUNUN: il progetto del chitarrista dei Radiohead Jonny Greenwood, Shye Ben Tzur e The Rajasthan Express

 

Prendete il chitarrista dei Radiohead Jonny Greenwood, il compositore israelo-indiano Shye Ben Tzur e la band The Rajasthan Express, mescolatene ritmo e sonorità e abbandonatevi a questa “follia curativa” tra Oriente e Occidente.

Junun arriva a Ravenna venerdì 2 giugno, portando sul palco del Palazzo Mauro De André un progetto che respira e vive di musica, fare musica e soprattutto fare musica assieme.

Junun
Cos’è Junun? Junun è una parola che in urdu, una delle principali lingue in India accanto all’hindi, designa la follia; una follia, però, che ha il retrogusto dell’amore, uno stato d’animo ambivalente e inafferrabile che appartiene alla sensibilità orientale ed è per certi versi inaccessibile agli occidentali.

“Lavorare con i musicisti indiani è meraviglioso,” confessa Jonny Greenwood in un’intervista al Guardian circa l’esperienza da cui è nato l’album Junun, registrato in uno studio improvvisato nell’antico forte Mehrangarh di Jodhpur, la “città blu” nel deserto del Rajasthan.

“Qui la musica è parte della vita, piuttosto che soltanto un’occupazione. Quando stiamo suonando, registrando o provando, se facciamo una pausa finiscono per suonare un altro po’. Esiste un’urgenza, un desiderio di fare musica che è di grande ispirazione”.

Accanto a Greenwood, tra i migliori musicisti avant-garde contemporanei, Shye Ben Tzur, vero deus ex machina del progetto: il compositore, musicista e poeta israeliano studia da anni la musica e cultura indiana e la tradizione musicale sufi Qawwali.

Terzo protagonista è la band The Rajasthan Express, che porta in Junun tutta l’esuberanza degli strumenti a fiato, gli inaspettati ritmi dispari delle percussioni, la vibrante energia dei cori, ma soprattutto il piacere assoluto di suonare assieme.

Con Junun comincia il viaggio di Ravenna Festival 2017 sulla rotta che porta al cuore dell’India: proseguirà con la tre giorni del Darbar Festival, un’immersione nella musica classica indiana, e con le coreografie di Shobana Jeyasingh, per concludersi sulle note del sitar di Anoushka Shankar.

Ma lo sguardo del Festival non si posa solo su orizzonti lontani: con la dedica a “Il rumore del tempo” nel centenario della Rivoluzione Russa, il fil rouge di questa edizione si dipana fra rivoluzioni musicali ed espressive.

Spicca la prima italiana dell’opera futurista “Vittoria sul sole” di Aleksej Kručënych, con musiche di Matjusin e scene e costumi di Malevič, accanto agli appuntamenti di sinfonica (direttori quali Riccardo Muti, Yuri Temirkanov, Semyon Bychkov, Ottavio Dantone, Juraj Valčuha e solisti come Anne-Sophie Mutter, Jean-Yves Thibaudet, Denis Matsuev, David Fray e Giovanni Sollima) e danza (con Olivier Dubois e il Ballet Nacional de Cuba…).

Il Festival si arricchisce inoltre di un tributo a Dante a partire dai 34 giorni di “Inferno” di Marco Martinelli e Ermanna Montanari; di concerti nelle basiliche bizantine con omaggi ad Arcangelo Corelli e Claudio Monteverdi; di una sezione dedicata a musica e cinema.

Ridotto euro 22,00 + prevendita