di William Shakespeare traduzione Ferdinando Bruni con Elio De Capitani, Federico Vanni, Emilia Scarpati Fanetti, Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Alessandro Averone, Carolina Cametti, Gabriele Calindri, Massimo Somaglino, Michele Costabile produzione Teatro dell’Elfo regia Elio De Capitani e Lisa Ferlazzo Natoli
“La sua “negritudine” è solo una leggera accentuazione bruna del colore della pelle e dunque non è esterna ma interiore: uno scompenso, un’estraneità diffusa. Tanto che il suo personaggio si muove talvolta come se fosse chiuso in un suo mondo impenetrabile nel quale ci è quasi proibito entrare, ma che, comunque, è sempre un mondo di teatro. La luce della lampada che illumina talvolta i suoi incontri con l’adorata Desdemona lo rischiarano solo parzialmente: la sua, infatti, è una solitudine totalizzante alla quale ha cercato, invano, di opporre un amore altrettanto assoluto.”
Maria Grazia Gregori, delteatro.it
Elio De Capitani torna a Shakespeare con Otello e punta al cuore del meccanismo drammatico e della sua tragica normalità: quella di un generale potente e blandito dalla nobiltà veneziana che però frana nella sua solitudine di debolezze e dubbi; e quella di Iago, manipolatore intelligente, il male fine a se stesso, un untore ideologico al cui contagio nessuno sembra immune. La vicenda del Moro apre una finestra a presupposti ideologici e fantasmi di una società che teme l’altro, lo straniero, e tutto ciò che ha di inconfessabile. |